Con la circolare n. 6/E del 29 maggio 2025, l’Agenzia delle Entrate interviene per dissipare ogni dubbio sulle novità in materia di detrazioni fiscali, introdotte dalla Legge di Bilancio 2025. Una svolta Ristrutturazioni edilizie e tetti di spesa che l’Agenzia delle Entrate impone nuovi limiti alle detrazioni che tocca direttamente i bonus edilizi. Impone ai contribuenti con redditi elevati nuovi vincoli stringenti.
Il cuore del cambiamento è il nuovo articolo 16-ter del TUIR, inserito dalla Legge 207/2024 (comma 10). A partire dal 2025, chi supera la soglia dei 75.000 euro di reddito annuo si troverà davanti a un tetto massimo per le spese detraibili.
Questo limite non è fisso, ma varia sulla base di due parametri fondamentali:
- Il reddito complessivo dichiarato;
- La composizione del nucleo familiare, in particolare il numero di figli fiscalmente a carico.
Il meccanismo si articola così:
- Si parte da un importo base, differenziato a seconda del reddito:
- tra 75.001 e 100.000 euro → 14.000 euro;
- oltre 100.000 euro → 8.000 euro.
- A questo importo si applica un coefficiente familiare:
Figli fiscalmente a carico | Coefficiente |
---|---|
Nessuno | 0,50 |
Uno | 0,70 |
Due | 0,85 |
Tre o più / almeno uno con disabilità | 1,00 |
Il reddito complessivo su cui applicare il calcolo va considerato al netto del reddito dell’abitazione principale e delle relative pertinenze, come previsto dal comma 6 del nuovo articolo.
I nuovi massimali in base a reddito e carichi familiari
Reddito | Importo base | Massimale detraibile con: |
---|---|---|
Nessun figlio | ||
75.001–100.000 € | 14.000 € | 7.000 € |
Oltre 100.000 € | 8.000 € | 4.000 € |
Quali spese non rientrano nel tetto
Non tutte le spese detraibili sono soggette a questi nuovi limiti. Restano escluse:
- Le spese sanitarie;
- Gli investimenti in start-up o PMI innovative;
- Gli interessi sui mutui;
- I premi assicurativi relativi a contratti stipulati entro il 31 dicembre 2024;
- Le rate di spese sostenute prima di quella data.
Anche le detrazioni forfetarie sono escluse, poiché non si basano su un calcolo effettivo della spesa.
Importante: il nuovo meccanismo non ha effetto retroattivo. Vale solo per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 in poi.
Ristrutturazioni e nuovo tetto: la selezione è obbligata
Per chi guadagna oltre 75.000 euro, il rischio è concreto: non tutte le spese di ristrutturazione potranno essere portate in detrazione. Serve una scelta ponderata.
Come chiarito dalla circolare 6/E, il contribuente dovrà selezionare quali spese detraibili includere in dichiarazione o comunicare al sostituto d’imposta, sulla base dei singoli regimi agevolativi.
Un chiarimento decisivo:
- Il limite non agisce sulle detrazioni in sé, ma sull’importo delle spese detraibili;
- È quindi necessario calcolare le percentuali di detrazione previste da ciascuna agevolazione;
- Se la detrazione è spalmata su più anni, per ogni anno va considerata solo la quota relativa a quell’esercizio.
Esempio 1 – Spese tutte sostenute nel 2025
Contribuente con coniuge e due figli a carico, reddito 2025 pari a 80.000 euro. Spese detraibili totali: 15.000 euro, così ripartite:
- Ristrutturazione abitazione principale: 90.000 euro spesi nel 2025 → rata annuale 9.000 euro → detrazione 50%;
- Istruzione non universitaria figli: 2.000 euro → detrazione 19%;
- Erogazione liberale a partiti politici: 4.000 euro → detrazione 26%.
Calcolo massimale detraibile:
14.000 € × coefficiente 0,85 = 11.900 euro
Scelta ottimale:
- Si imputano i 9.000 euro per la ristrutturazione → detrazione: 4.500 euro
- Con il residuo di 2.900 €, si copre parte della donazione → detrazione: 754 euro (26% di 2.900 €)
Totale detrazione spettante: 5.254 euro.
Le restanti spese non possono essere portate in detrazione.
Esempio 2 – Spese di ristrutturazione sostenute prima del 2025
Stessa composizione familiare e stesso reddito (80.000 euro). Spese:
- Ristrutturazione abitazione principale: 90.000 euro spesi prima del 1° gennaio 2025 → rata 2025: 9.000 euro;
- Istruzione non universitaria figli: 2.000 euro;
- Donazione politica: 4.000 euro.
Qui interviene l’esclusione prevista dall’art. 16-ter, comma 5: le rate riferite a spese sostenute entro il 2024 non concorrono al tetto.
Il contribuente può quindi:
- Portare tutta la donazione → detrazione: 1.040 euro
- Utilizzare i restanti 7.900 euro del massimale per altre spese (es. istruzione)
In sintesi, la nuova disciplina impone attenzione, calcolo, e strategia.
Per chi supera i 75.000 euro di reddito, ogni euro va allocato con precisione chirurgica, scegliendo le spese più “redditizie” in termini di detrazione.
Un cambio di paradigma che richiede consapevolezza e, spesso, una consulenza mirata.